Svolgere la professione legale è l’ambizione di molti laureati in giurisprudenza. Per passione o per pura esperienza, quasi tutti i dottori in legge decidono di intraprendere questo percorso. Tuttavia, questa professione sta diventando sempre più di passaggio, visto il numero elevato di cancellazioni dall’albo. Ma come si diventa avvocati e quali sono gli step da seguire per ottenere l’abilitazione all’esercizio della professione forense in Italia?
Prima di tutto, conseguito il diploma di maturità, è fondamentale immatricolarsi presso la facoltà di giurisprudenza. La classe di laurea di giurisprudenza LMG-01 apre la strada a numerosi sbocchi professionali, molti dei quali accessibili anche con altri titoli di studio, ma solo l’avvocatura, la magistratura e il notariato sono professioni per la quali è richiesto, a pena di esclusione, la laurea magistrale in legge. Il titolo di studio può essere conseguito sia presso un ateneo tradizionale sia presso un ateneo che si avvale della metodologia didattica e-learning. In Italia sono ben undici gli atenei riconosciuti dal MIUR, tra cui l’Università Telematica Niccolò Cusano.
Sostenuti gli esami, discussa la tesi, bisogna mettersi alla ricerca di un Dominus – un avvocato che risulti iscritto da almeno 5 anni all’Albo professionale degli avvocati – presso il quale svolgere la pratica forense per la durata di sedici mesi e non più diciotto a seguito del Decreto legge 228/2021 convertito con Legge 15/2022. Al termine di questo percorso il praticante avvocato potrà accedere all’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense.
Deroga al percorso tradizionale
Il nostro sistema prevede l’accesso all’esame di stato mediante altre opzioni: 12 mesi di Scuola di Specializzazione; 12 mesi presso l’Avvocatura dello Stato, presso l’Avvocatura Distrettuale dei Comuni o altri enti pubblici o presso gli uffici giudiziari; 6 mesi di praticantato in uno studio legale in un altro Paese UE; 6 mesi di tirocinio durante l’ultimo anno di corso di laurea, in caso ci sia una convenzione in tal senso tra la propria università e l’ordine forense.
Da quest’anno (2022) gli aspiranti avvocati dovranno seguire, insieme al tirocinio, anche dei corsi obbligatori in materie giuridiche per le quali sarà prevista anche una prova finale. Terminato il periodo di formazione si potrà accedere all’esame per ottenere l’abilitazione. Di solito si svolge nel mese di dicembre, dura tre giorni per ognuno dei quali è prevista una prova scritta della durata di circa 7/8 ore. Le linee guida per l’esame vengono pubblicate dal Ministero della Giustizia: un importante aggiornamento è datato febbraio 2022. Superato lo scritto, il futuro avvocato potrà accedere alla prova orale. Se anche questa avrà esito positivo, si potrà procedere con l’iscrizione presso l’albo degli avvocati.
Alternative all’esame di abilitazione all’esercizio della professione legale
Possono iscriversi all’Albo senza aver sostenuto l’esame di abilitazione: i professori universitari di ruolo in materie giuridiche per 5 anni; i magistrati ordinari, militari, amministrativi o contabili, gli Avvocati dello Stato. Ove non si appartenga ad una di queste categorie si può esercitare la professione di consulente legale lavorando sullo stragiudiziale che comprende, tra le varie possibilità, la redazione di contratti e di pareri, le consulenze, le messe in mora o gli arbitrati. Resta esclusa la difesa in giudizio.